N° 110

ARMATURE SCINTILLANTI[1]

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Il momento in cui indossi una nuova armatura ha in sé sempre qualcosa di solenne, pensa Tony Stark mentre la sua ultima creazione si assembla attorno a lui trasformandolo in un moderno cavaliere, una cosa che ha sempre sognato di essere fin da bambino, il che è buffo perché lui non è mai stato senza macchia e forse nemmeno senza paura.

<<Sono pronto.>> dice infine,

<<Anche noi.>> replica Toni Ho anche lei nella sua armatura scintillante così come Riri Williams.

<<Allora direi che possiamo andare.>> ribatte Tony..

-Posso chiedere che intenzioni avete?- chiede Sal Kennedy.

            Per quanto ami andare vestito come un hippy fuori tempo massimo, è anche lui un brillante scienziato ed è stato il maestro degli altri tre sia pure in tempi diversi.

<<Quello che fanno di solito i cavalieri.>> risponde Stark <<Snidare il drago dalla sua tana.>>

-E dopo? Hai intenzione semplicemente di farlo fuori? Non mi sembra una strategia molto brillante, Se intendi davvero assalire il tuo nemico a casa sua senza prove che sia davvero il tuo nemico, finirai dalla parte del torto e sarà la legge a darti la caccia.-

<<Non ti immaginavo così legalitario, Sal. Comunque, stai tranquillo. Ho una certa esperienza in queste cose: quando il mio ancora sconosciuto avversario saprà che sono di nuovo libero, e forse già lo sa, sarà lui a venirmi a cercare.>>

-E questo dovrebbe tranquillizzarmi? Stai per ficcarti in un gioco pericoloso, Tony, e peggio di tutto stai per trascinarci anche le ragazze.-

<<So badare a me stessa.>> ribatte Toni Ho.

<<E anch’io.>> ribadisce Riri Williams.

<<Sentito, Sal? Tranquillo, andrà tutto bene.>>

            Sal Kennedy scuote la testa. Incredibile che tocchi a lui recitare la parte della voce della ragione ma, come sempre in questi casi,, nessuno la ascolta.

            Pochi minuti dopo i cittadini di Cambridge, Massachusetts, possono assistere allo spettacolo di tre figure in armatura che volano in direzione di New York,

 

            Un altro laboratorio ed un altro uomo che sta dando gli ultimi ritocchi ad un’armatura ma stavolta al posto del rosso c’è un blu così scuro da sembrare quasi nero.

-Adesso dovrebbe essere pronta.- borbotta l’uomo che ha una straordinaria somiglianza con Tony Stark a parte che i suoi capelli castani e la barba rada sono così chiari da sembrare quasi biondi. -Ora non rimane che testarla sul campo.-

-Dovrei farlo io.- dice una voce maschile alle sue spalle.

-Ma non puoi, non ancora, quindi è evidente che tocca a me. Sono il più qualificato per farlo.-

-Non sarai troppo sicuro di te, Greg?- gli chiede una donna dai capelli chiari e ricci toccando nervosamente i propri occhiali -Io c’ero quando il primo Iron Monger affrontò Iron Man e non finì bene per lui.-

-Io non sono Obadiah Stane e non commetterò i suoi errori, puoi starne certa, Cly.-

            Puoi commetterne di nuovi, però, pensa Clytemnestra Erwin ma decide di tacere.

 

            Solo poche persone sono ammesse nel quartier generale del Signore del Crimine orientale noto come Zhang Tong nella Chinatown di New York e la donna dai lunghi capelli neri e la maschera d’oro non è tra queste.

            Penetrare nell’attico è stato più facile del previsto, pensa la donna. Si aspettava qualche sofisticato sistema d’allarme e invece…

            Forse è una specie di sesto senso a farla voltare di scatto evitando di misura il fendente di una katana che avrebbe potuto staccarle la testa dal collo.

            Ad impugnarla è una donna che indossa un costume blu con una corta mantellina ed un casco a coprire parte del volto.

            La donna non parla ma cerca nuovamente di colpire l’intrusa e di nuovo quest’ultima la evita portandosi a distanza di sicurezza. Estrae la sua pistola. Per quanto non le piaccia l’idea, dovrà usarla.

            Prima che possa sparare echeggia una voce stentorea:

-Ferme!-

            L’intrusa, il cui nome è Madame Masque si gira nella direzione da cui è venuta la voce e vede un uomo, alto, elegante, dai lunghi capelli e baffi spioventi, il mento ornato da un pizzetto. Sotto la sua maschera la donna ha un’espressione sbalordita perché ha appena riconosciuto l’uomo in questione e non sa se credere ai suoi occhi.

 

 

2.

 

 

            La Stark Resilient è una compagnia nuova che ha stabilito il suo quartier generale in un grattacielo di recente costruzione denominato con scarsa fantasia Stark Tower 2. Dalle finestre degli uffici dirigenziali è possibile vedere l’altra Stark Tower dove vivono e lavorano gli attuali rivali di Tony Stark o di chi diceva di essere lui.

 In uno di questi uffici siede uno dei vice presidenti della Resilient. Il suo nome è Edwin Cord e fino a poco tempo fa era uno dei principali concorrenti di Tony Stark, uno che non ha esitato ad impiegare mezzi sporchi pur di vincere.

            Ora, masticando un sigaro che non accende siede riflettendo per poi dire:

-Questa storia non mi piace. Non avrei dovuto assecondare quel megalomane,-

-Greg sa quello che fa, papà, e finora i suoi piani hanno funzionato mi pare.- replica la giovane donna bionda seduta davanti a lui.

-Vedo che è riuscita ad incantarti per bene, Jillian ma io continuo a non fidarmi troppo di lui. È pur sempre uno Stark dopotutto e gli Stark hanno sempre portato solo guai a noi Cord.-

            Jillian Cord preferisce non replicare.

 

            In un’altra parte di New York. Una giovane donna afroamericana entra in un appartamento dove ad attenderla ci sono tre uomini ed una donna anche loro afroamericani.

-Bentornata a casa, Jenny.- dice uno di loro, capelli tagliati a spazzola, tempie bianche, viso incorniciato da una rada barbetta, ed occhiali da sole a nascondergli gli occhi, mentre rimonta la pistola che ha appena pulito.

-Ciao Nigel.- replica la ragazza che si fa chiamare Jenny Rose.

-Siediti pure.- continua l’altro -Sai, ho apprezzato molto che tu abbia tenuto la bocca chiusa su di me. Per questo ti ho tirato fuori di prigione.-

-Io… grazie, Nigel.-

-Non lascio mai nei guai chi mi resta fedele come te, tesoro. Certo, mi sei costata una bella sommetta ma sono sicuro che mi ripagherai con gli interessi non è vero?-

            Jenny trema mentre risponde:

-Lo sai che non ho tutti quei soldi, Nigel.-

            L’uomo accenna un sorriso se replica

-Lo so, ma hai altri talenti che serviranno allo stesso scopo, tesoro, vedrai. Ne parleremo più tardi però Adesso passiamo a cose più piacevoli per te. Immagino che in prigione tu sia stata a stecchetto. Ti va una dose?-

-Io…- l’apparente indecisione della donna dura solo un paio di secondi poi dice -Sì… grazie.-

            L’uomo di nome Nigel sorride e le passa una bustina.

 

            Non molto distante, proprio fuori dall’edificio, un uomo, anche lui afroamericano, ha ascoltato l’intera conversazione grazie ad un apparato di intercettazione all’avanguardia.

Un vero peccato, pensa, che si tratti di intercettazioni senza mandato e del tutto inutili in un tribunale.

Poco importa perché adesso sa quelo che voleva sapere. È arrivato il momento di decidere cosa fare.

 

 

3.

 

 

            Anche se è nascosto dalla maschera d’oro, l’uomo che si fa chiamare Zhang Tong può facilmente indovinare l’espressione di stupore sul volto di Madame Masque e ne è compiaciuto.

-Tu!- esclama lei -Tu sei…?-

-Sono chi sono.- ribatte lui -Tu, piuttosto… indossi il costume e la maschera di Madame Masque ma Whitney Frost è ancora in coma allo Stark Hospital, di questo sono più che certo.-

-Diciamo che le cose non sono sempre come sembrano. Del resto l’ultima cosa che mi aspettavo era di trovarti nei panni di un leader delle Triadi.-

-Come direste voi americani, è sempre bene diversificare le proprie attività. Zhang Tong è solo una delle tante identità che mantengo e che mi sono utili. Il controllo del crimine organizzato nella zona di Hong Kong e non solo è… decisamente utile ai miei scopi. Ma non parliamone qui. Hai fatto tanto per entrare qui che il minimo che posso fare è invitarti a cena.-

-Ho la sensazione di non poter rifiutare un invito così gentile.-

            Zhang Tong sorride poi si rivolge alla donna in costume alle spalle di Madame Masque:

-Puoi andare Lady Mandarin. Non corro alcun pericolo.-

-Come ordini, mio signore.- risponde in tono deferente quest’ultima.

-Lady Mandarin eh? Molto interessante.- commenta Madame Masque.

            Zhang Tong non replica e la introduce in un ampio salone poi dà rapidamente istruzioni in Cinese ad un servitore e quindi si rivolge a Madame Masque:

-Prego, siediti pure. Saremo serviti presto e spero che apprezzi la cucina cantonese.-

-Non mi dispiace.- replica la donna sedendosi -Ma…-

-Se ti preoccupi di come mangiare con quella maschera, sappi che puoi toglierla liberamente, tanto so benissimo chi sei… Bethany Cabe.-

            Senza nascondere un moto di sorpresa Madame Masque si sfila la maschera e la parrucca nera rivelando il volto della ex responsabile della sicurezza della REvolution Inc.

-Da quanto lo sai?- chiede.

-Da quando sono stato informato che c’era in giro una nuova Madame Masque. Sapevo del piano di tuo padre per trasferire la tua mente nel corpo di Bethany Cabe[2] per cui ho dedotto che, contrariamente alle apparenze, era riuscito.

-Complimenti! E adesso suppongo che mi dirai che sai anche perché sono venuta qui.-

-Cerchi risposte sul destino di Rumiko Fujikawa e speri che io possa dartele. Hai ragione ma ti avverto: non ti piaceranno.-

            Di questo, Madame Masque non ha mai dubitato.

 

            È stato un lungo viaggio ma finalmente le tre figure in armatura sono in vista del loro obiettivo: il nuovo complesso industriale della Stark Resilient nella zona di Jamaica, Bay nel Queens.

<<Mi auguro, Stark, che tu abbia un piano che non sia semplicemente attaccare il tuo nemico a testa bassa.>> dice Toni Ho rivolta all’uomo in armatura rossa e oro.

<<Certo che ce l’ho.>> ribatte Tony Stark <<Costringere il nostro nemico ad attaccarci a testa bassa.>>

            Riri Williams è quasi certa di aver udito una risatina ad accompagnare le parole di Stark ed è sicurissima di sentire un sospiro venire da Toni prima di ribattere:

<<E cosa ti rende sicuro che lo farà?>>

<<Rifletti. Chiunque ci sia dietro voleva le vostra armature ed ha cercato di impadronirsene anche a costo di uccidervi. Adesso le avete portate proprio sotto il suo naso e c’è pure la mia nuova armatura. Non resisterà alla sfida. Io non ci riuscirei.>>

<<Forse ha ragione.>> interviene Riri <<Guardate là!>>

            Dal complesso al di sotto qualcosa si sta levando in volo e si dirige verso di loro.

 

Dall’interno del complesso della Stark Resilient due paia d’occhi osservano su uno schermo panoramico le tre figure in armatura che lo stanno sorvolando.

-Eccoli, proprio come previsto.- dice l’uomo.

-Immagino che non ci sia proprio nulla che io possa ancora dire per dissuaderti, vero Greg?- replica la donna.

-Assolutamente no.- ribatte l’uomo di nome Greg ed aggiunge -Che ti prende, Cly? Credevo che vedere Tony Stark distrutto fosse la tua più grande aspirazione. Non è la vendetta per ciò che ha fatto a tuo fratello quello che hai sempre voluto? Hai forse cambiato idea?-

-Io… no di certo. È solo che non sono convinta che tu stia facendo la cosa giusta..

-Sciocchezze! È tutta la vita che voglio dimostrare al mondo che sono migliore di Tony in tutto.-

-E lo hai fatto: gli hai portato via tutto quello che ha compreso il suo nome.-

-Ma nessuno lo sa. Dopo oggi, però, sapranno tutti che anche come Iron Man sono miglore di lui.-

            Clytemnestra Erwin scuote il capo. Inutile cercare di farlo ragionare, pensa ma poi perché dovrebbe? Greg ha ragione: lei odia Tony, lo ha sempre voluto morto e allora perché adesso è titubante. Teme davvero che Greg fallisca o c’è altro? Provare a pensarci le fa solo venire il mal di testa, meglio pensare ad altro.

-Come intendi procedere?-

-Intanto scaldiamo un po’ l’ambiente.- risponde Greg e preme un pulsante su una consolle.

 

 

4.

 

 

            Dal complesso della Stark Resilient si leva in volo una mezza dozzina di figure che avvicinandosi sempre più agli intrusi si rivelano essere massicci robot verdi.

 È Ironheart la prima a chiedere:

<<E quelli che cosa sono?>>

<<Demolitori, interessante.>> risponde Iron Man <<Questo potrebbe voler dire dietro a tutto c’è Edwin Cord.>>

<<Chi diavolo è Edwin Cord?>>

<<Ne parliamo dopo. State attente: sono robot molto pericolosi.>>

<<Non siamo ragazzine indifese, Stark.>> replica stizzita Rescue.

            Un attimo dopo una scarica laser proveniente da uno dei robot verdi la colpisce in pieno petto facendole perdere stabilità.

            Iron Man vola sotto di lei e l’afferra al volo dicendo:

<<Prima regola di questo lavoro: mai distrarsi.>>

<<Non ho bisogno del tuo aiuto, Stark. Me la cavo da sola.>> replica Toni Ho.

<<Non ne dubito. Se non ti spiace allora, andrò a dare una mano a Riri.>>

            Così dicendo Tony Stark si dirige nel punto dove Ironheart è circondata da tre demolitori che la stanno bersagliando senza riuscire ancora a colpirla grazie alle sue agili manovre.

            La giovane afroamericana si rende ben conto che non può continuare all’infinito ad evitare i loro colpi. Deve elaborare una strategia d’attacco. Ci deve essere un punto debole da poter colpire.

            Come se le avesse letto nel pensiero una voce distorta elettronicamente le dice:

<<Prova nel punto in cui la testa si congiunge al tronco. Repulsori alla massima intensità.>>

            Riri non perde tempo e fa come le è stato detto da Iron Man. Il demolitore si surriscalda poi lentamente si raffredda.

<<A quanto pare hanno corretto il difetto.>> commenta Tony Stark <<Seguimi Ironheart.>>

<<Che vuoi fare?>>

<<Ora la vedrai. Fai come faccio io. Giù!>>

            Iron Man e Ironheart si dirigono a tutta velocità verso il capannone da cui sono arrivati i demolitori. I robot li seguono. Una volta in vista del tetto Iron Man urla:

<<Su!>

            Si impenna bruscamente verso l’alto e Riri lo imita. I demolitori non riescono a deviare in tempo. Piombano sul tetto, lo infrangono, precipitano all’interno ed esplodono all’unisono.

<<Anche meglio del previsto.>> commenta Tony.

            Un’esplosione sopra la sua testa attira la sua attenzione. Alza lo sguardo e vede che Rescue ha eliminato un altro dei robot.

            È in gamba la ragazza, pensa con ammirazione. Suo padre sarebbe fiero di lei se fosse qui a vederla.

 

            Da qualche parte nell’Oceano Indiano una donna molto bella, anche se non più giovanissima, dai lunghi capelli castani che sotto i raggi del sole assumono riflessi ora ramati ora dorati, sta prendendo il sole sul ponte di uno yacht.

            Dalla zona delle cabine arriva un uomo dai capelli rossi e l’espressione del volto cupa.

-Sto cominciando a stancarmi di aspettare.-.dice rivolto alla donna -Quando entreremo in azione?-

-Tutto a suo tempo, Mike.- risponde la donna mettendosi a sedere sul lettino -Se tutto va bene potremo agire stanotte stessa.-

-Bene. Non ne posso più di recitare la parte del ricco sfaccendato in vacanza con la sua bella.-

-Ti capisco, Mike, ma agire prematuramente potrebbe rovinare tutto.-

-Se lo dici tu, Meredith. Piuttosto, come possiamo essere sicuri che lei sia ancora viva?-

-Lo Sceicco Hurani dice che lo è e puoi credermi se ti dico che non era nelle condizioni di mentire quando gliel’ho chiesto.-

            Mike O’Brien reprime un brivido. Ormai sa bene che Meredith McCall ha un lato oscuro che è meglio non approfondire. È stato utile finora e si può solo sperare che lo sarà ancora.

 

            L’afroamericano alto entra cautamente nel garage sotterraneo. Se ci fosse qualcuno con lui gli direbbe che sta facendo una sciocchezza e come al solito lui non l’ascolterebbe. Si ferma davanti all’ascensore e preme il pulsante di chiamata.

            Sa esattamente a quale piano andare e preme il relativo pulsante. La salita gli sembra non finire mai ma in realtà dura solo pochi secondi.

            Le porte dell’ascensore si aprono, lui fa qualche passo fuori dalla cabina ed è in quel momento che qualcosa di pesante si abbatte sulla sua testa.

 

 

5.

 

 

            La ragazza in armatura che si fa chiamare Rescue si dirige in picchiata verso la fabbrica sotto di lei. Sulla sua scia l’ultimo dei robot denominati demolitori le ha appena lanciato contro un missile a ricerca di calore.

            Toni Ho riflette rapidamente. Potrebbe facilmente evitare il missile ma la sua traiettoria attuale lo porterebbe ad impattare contro uno degli edifici di sotto ed un rapido rilevamento le mostra che alcuni sono pieni di gente. Operai ed impiegati che non sono certo tutti colpevoli delle malefatte dei loro datori di lavoro.

            Con una mossa rapida risale e di nuovo il missile la segue. Un’altra virata ed eccola tornare verso il demolitore. Aspetta l’ultimo secondo utile poi vira di nuovo. Il missile non fa in tempo a cambiare rotta e finisce addosso al demolitore esplodendo.

            Due problemi eliminati in un colpo solo. Adesso deve pensare al resto. Che stanno combinando Stark e Riri?

 

            Quando entra nell’ampio ufficio del Vice Presidente Esecutivo della Stark-Fujikawa Bethany Cabe non è molto sorpresa di trovarci oltre a Philip Stark anche Ling McPherson ed una donna non più giovane ma ancora piacente che non ha mia visto prima.

-Buonasera a tutti.- dice e poi si rivolge a Ling -Vedo che sei tornata dall’Inghilterra. La signora suppongo sia Amanda Armstrong.-

-Sono io infatti.- conferma la donna.

-Hai scoperto qualcosa sulla scomparsa di Rumiko?- le chiede, brusco, Philip.

-Temo che quello che ho scoperto non ti piacerà.- risponde Beth.

            Prima che possa dire altro, si sente un ronzio venire dal telefono di Beth. È un messaggio whatsapp accompagnato da un video

-Accidenti!-esclama la rossa dopo averlo letto.

-Cosa succede?- le chiede Philip.

-Guai alla Stark Resilient.- risponde lei -C’è in corso uno scontro che coinvolge un po’ di gente in armatura ed uno di loro è Iron Man.-

-Come fai a saperlo? Hai una talpa alla Resilient?-

-Qualcosa del genere.-

-Fammi vedere il video.-

            Il giovane conosciuto nel mondo degli hacker con il soprannome di Corvo scarica il video sul suo computer e pochi secondi dopo lo esamina su uno schermo ad alta definizione.

-Sembra proprio una nuova versione dell’armatura di Iron Man.- dice infine -E le altre due sono quelle ragazze in armatura apparse qualche giorno fa in Massachusetts: Rescue e Ironheart… non ci sono più nomi in codice decenti ormai… questo complica le cose. Tra un po’ la notizia arriverà ai media ed alla Polizia. Dobbiamo agire prima che arrivino.-

            Preme un pulsante e si mette in contatto con un altro ufficio:

-Sunset? Sono… Stark. Qualunque cosa tu stia facendo, mollala. Mi serve Steel Warrior in assetto da battaglia. Subito!-

            Mentre Philip parla, Beth sorride e commenta:

-Adesso sì che mi ricordi tuo padre.-

 

            Alla Stark Resilient il lavoro si è fermato. Operai ed impiegati sono usciti per vedere cosa stava succedendo ed hanno assistito allo scontro nei cieli come ora assistono alla discesa delle tre figure in armatura nel bel mezzo del complesso industriale.

<<Andate via immediatamente. Tra poco qui farà molto caldo, sarà meglio per voi tutti se sarete lontani, credetemi.>> li avverte Iron Man.

            Qualcosa di pesante esce da uno degli edifici. I suoi passi si odono distintamente sopra ogni altro rumore. La folla si disperde lasciando spazio alla figura in armatura scura appena arrivata.

<<Un altro Iron Monger!>> esclama Ironheart.

<<Potete chiamarmi l’Iron Monger definitivo.>> replica il nuovo venuto poi si rivolge alla folla <<Andatevene adesso! Non vi conviene restare se volete rimanere vivi o in buona salute.>>

        La sua intimazione è accompagnata dallo scintillio dei suoi guanti seguita da una scarica di repulsori che disintegra una vicina parete.

            I presenti non si fanno ripetere l’avvertimento e scappano. In breve nel cortile rimangono solo le quattro persone in armatura.

            Alla fine è Iron Monger a rompere il silenzio

<<Era da tempo che aspettavo questo momento, l’opportunità di dimostrare finalmente la mia superiorità su di te, Tony.>>

<<Chi sei?>> gli chiede Tony <<Perché mi odi?>>.

<<Sono l’unico che può batterti in ogni campo, Tony. L’unico che merita il nome di Stark e che ora si riprende tutto quello che gli è stato negato fin dalla nascita. Sono tuo fratello.>>

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Praticamente nulla da dire se non una breve osservazione: probabilmente alcuni di voi, miei meno di venticinque lettori, saranno convinti che sto facendo la mia versione di una famosa o famigerata saga di Iron Man USA culminata l’anno scorso, Ebbene: sbagliate. Non del tutto, lo ammetto, ma sbagliate,. Aspettate e vedrete.

            Nel prossimo episodio: rivelazioni e più gente in armatura di quanta potete sopportarne… forse,

 

 

Carlo



[1] Credete sia facile trovare un buon titolo? Provateci voi. -_^

[2] Nell’episodio #22.